Era l’ottobre 2020, quando l’Amministrazione comunale di Sacile ha presentato per la prima volta ufficialmente un documento chiamato “Contratto di fiume Alto Livenza”.
Ma che cos’è un contratto di fiume? È sostanzialmente un accordo tra vari enti e istituzioni che hanno responsabilità sull’uso e sulla gestione di un corso d’acqua, che decidono di unire gli sforzi per proteggere, valorizzare e usare correttamente le risorse. Non si parla solo dell’acqua in sé, ma di tutto il territorio ad essa collegato, perché se da un lato i fiumi sono stati a lungo colpiti da fenomeni negativi come l’inquinamento (che incide sulla qualità dell’acqua), l’urbanizzazione (che riduce gli spazi utili allo scorrimento), la cementificazione delle sponde (che modifica il contesto ambientale), dall’altro lato i cambiamenti climatici mettono a rischio l’equilibrio fiume-territorio, perché i fiumi sono diventati più fragili e quindi più vulnerabili agli eventi meteorologici (siccità, inondazioni, alterazione delle portate).
Il discorso dei contratti di fiume è partito dopo il secondo Forum Mondiale dell’Acqua, svoltosi all’Aia nel 2000, subito recapito da alcune direttive europee. I primi a muoversi in Italia sono stati i Comuni della Lombardia, seguiti a ruota negli anni da quelli del Piemonte e dell’Emilia Romagna. Nel 2007 è stato istituito un Tavolo Nazionale per mettere a confronto le esperienze e dargli maggiore risonanza. Il risultato è che oggi in Italia ci sono circa 270 Contratti di Fiume in fase attiva distribuiti in tutte le regioni. Un vero e proprio modello, che sta cominciando ad avere riconoscimenti internazionali e si sta diffondendo in altri Paesi europei.
Anche Sacile ha accolto questa filosofia e un paio di anni fa ha avviato l’iter per un accordo di questo tipo legato al Livenza. Va subito detto che si tratta di un processo che richiede tempo, perché non si tratta di imporre un documento già pronto, ma di crearlo in modo partecipativo, in modo che sia di tutti i soggetti coinvolti. Ogni territorio, ogni contesto è infatti diverso dall’altro per condizioni geografiche e ambientali, utilizzo delle risorse, storia delle comunità, tradizioni sociali e culturali. Ogni contratto va perciò modellato in modo diverso da situazione a situazione.
Allo stato attuale vi hanno aderito, oltre a Sacile, i Comuni di Polcenigo, Brugnera, Caneva e Budoia, cui poi si sono aggiunte Prata di Pordenone, Fontanafredda, e i Comuni veneti di Gaiarine e Portobuffolè.
Dopo la prima fase più istituzionale, di partenza, è iniziata una fase di coinvolgimento. Nel 2021 la proposta è stata presentata ai vari portatori di interesse, per raccogliere idee, progetti e aspettative. È stata anche organizzata una giornata di sensibilizzazione rivolta a tutta la popolazione, con la realizzazione di escursioni, visite guidate, attività sportive e concerti musicali in tutta l’area interessata dal progetto.
Alla fine del 2021 si è arrivati a produrre un documento di intenti, che è stato sottoscritto da una quarantina di enti e portatori di interesse, tra cui molte associazioni che operano non solo nel settore ambientali, ma anche culturale, sportivo, sociale e produttivo. Questo documento individua gli obiettivi principali del contratto, che si possono così sintetizzare: riduzione dell’inquinamento delle acque; protezione dal dissesto idrogeologico; rinaturalizzazione, miglioramento paesaggistico e valorizzazione ambientale; ottimizzazione delle risorse idriche; promozione e sviluppo del territorio. Un discorso molto ampio e articolato, quindi, che può portare a risultati significativi nel tempo.
Nel 2022 si è passati al secondo step, che consiste nella stesura della cosiddetta “analisi conoscitiva preliminare”, cioè un documento che (attraverso mappe, grafici e analisi di situazioni specifiche) fotografa la situazione di fatto. Serve a capire in quali condizioni versa il fiume, ma anche quali sono le cose più importanti da tenere in considerazione, conoscere punto per punto l’uso che se ne fa, in modo da avere a disposizione informazioni approfondite su cui basarsi per elaborare un piano degli interventi, che sarà il punto d’arrivo finale.
L’obiettivo infatti è di costruire una serie di regole per il futuro, ma anche di programmare alcuni interventi specifici. Quel che dev’essere chiaro è che lo scopo del contratto di fiume è di migliorare le condizioni del fiume, in questo caso il Livenza, per arrivare a migliorare la vita di quanti abitano e lavorano lungo le sue rive. Quindi da un lato si interverrà per ridurre l’inquinamento, fare manutenzioni, risolvere i problemi di deflusso idrico, risolvere le problematiche legate alla presenza di rifiuti, regolamentare i prelievi d’acqua e così via. Ma dall’altro anche per favorire l’accessibilità e la fruizione del fiume, conservarne il paesaggio, valorizzarne gli aspetti storici e culturali. E soprattutto sensibilizzare e coinvolgere i cittadini a difendere quella che è una risorsa fondamentale per tutti.